Tutto quello che c’è da sapere sul lattosio e l’intolleranza a questo zucchero.

Colazione con latte caldo e biscotti al cioccolato, una coccola avvolgente che non riesci più a concederti?
Stai male dopo un cappuccino al bar?
Tranquillo! Sei solo intollerante al lattosio!
Si può guarire? Devo conviverci?
Qui tutte le risposte alle più comuni domande sul latte, derivati e i malesseri legati all’assunzione di questi alimenti!

Il lattosio è uno zucchero formato da due molecole, infatti viene chiamato disaccarde in quanto è formato da due unità monosaccaridiche.

Quando mangiamo alimenti ricchi in lattosio, interviene un enzima chiamato lattasi che “taglia” il legame tra i due monosaccardi liberando così una molecola di glucosio e una di galattosio.

L’intolleranza consiste quindi nell’incapacità per il nostro organismo di tagliare il legame tra questi due monosaccaridi.

Ma come mai determinate persone sono intolleranti al lattosio e altre no?

L’uomo, così come tutti gli esseri viventi, va incontro ad evoluzione nel tempo. L’evoluzione è dettata da modifiche genetici (e non solo) che causano dei piccoli cambiamenti, i quali portano però a grandi risultati.

Uno dei cambiamenti che sono avvenuti nella storia dell’uomo riguarda proprio l’enzima lattasi: circa 5 mila anni fa, sembrerebbe, che si manifestò la prima mutazione genetica riguardante il lattosio.

Normalmente un individuo presenta alte concentrazioni dell’enzima lattasi durante l’allattamento, queste si riducono gradualmente con lo svezzamento. Ci sono però individui che presentano una piccolissima mutazione che ha permesso loro di continuare a produrre l’enzima deputato alla digestione del lattosio. (Questa mutazione riguarda il cambiamento di una sola “letterina” del nostro DNA – C in posizione 13910 sostituita da una T).

C’è da dire però che non tutte le intolleranze al lattosio derivano da una mancata produzione dell’enzima lattasi determinato da una mutazione genica.

Infatti, esistono altri due motivi per la quale diversi soggetti non digeriscono il lattosio, e sono:

  • la celiachia o la presenza di altre malattie gastrointestinali
  • una mutazione genica che determina una non produzione dell’enzima sin dalla nascita

L’intolleranza al lattosio porta altresì a spiacevoli segni e sintomi, quali flatulenza, crampi e dissenteria; questo avviene perché:

  • Il lattosio arriva indigerito sino alla nostra flora batterica che quindi può utilizzarlo come substrato energetico e produrre prodotti gassosi.
  • Il lattosio nell’intestino richiama acqua e quindi porta appunto alla dissenteria.

Come diagnosticare l’intolleranza al lattosio?

Se ogni qual volta si mangia alimenti contenenti lattosio si hanno i classici sintomi, allora basta la “diagnosi esperenziale” che nonostante non sia validata, può aiutare il singolo soggetto a capire come gestire la propria dieta.

L’UNICO test validato per la diagnosi di intolleranza al lattosio è il Breath Test (test del respiro) che è un esame diagnostico che si effettua mediante l’analisi di campioni di aria espirata.

Oltre al breath test per il lattosio esiste quello per il glucosio e per il lattulosio.

Come si esegue il test?

Non è invasivo ed è molto veloce, infatti, dura solamente 15 minuti. 

Ecco un documento che ne chiarifica ulteriormente la modalità e la preparazione al test:

https://humanitas-it.azureedge.net/uploads/media/default/0001/12/NP015_ITA_FAX17_urea-breath-test.pdf

Come convivere con l’intolleranza al lattosio?

Ormai nei banchi frigo e scaffali del supermercato riusciamo a trovare tutte le varianti “senza lattosio” di alimenti che normalmente lo contengono, come: mozzarelle, latte, formaggi e yogurt (questi ultimi due, ricordiamo, che grazie al processo di stagionatura e alla presenza di batteri lattici, sono poveri di lattosio).

Ma attenzione: questi prodotti presentando il glucosio e galattosio scissi, sono più dolci (perché il potere dolcificante del glucosio e galattosio è maggiore del lattosio) ma presentano anche un indice glicemico più elevato!

Quindi, ricordiamo di aggiungere nel nostro pasto con la porzione di latticini, grassi buoni e fibre, che riducono il carico glicemico ultimo del piatto.

Attenzione anche alle bevande vegetali utilizzate come sotituti del latte vaccino, poiché presentando sapori particolarmente forti, vengono addizionati di zuccheri.

Si può curare?

No, ma esistono degli integratori a base di Beta-galattosidasi oppure lattasi ottenuta da batteri lattici che ci permettono di consumare alimenti ricchi in lattosio. Questi integratori sostituiranno il nostro enzima mancante.

Quanto lattosio permettono di digerire? 

Dipende da vari fattori tra cui:

  • quanto lattosio è contenuto in quel determinato alimento (ricordare che 5 gr di lattosio equivalgono a 100 ml di latte) 
  • dal dosaggio dell’integratore (unità di misura FCC ALU, UL, oppure U), ossia quante unità enzimatiche contiene
  • dalle caratteristiche del nostro organismo

Ecco alcuni integratori:

Inoltre: alcuni studiosi pensano che si possa “educare” la nostra flora batterica a digerire il lattosio, integrandolo a poco a poco finché non si tollera del tutto. 

In conclusione?

Sfruttiamo le nuove tecnologie alimentari per non rinunciare al piacere di una buona mozzarella o un buon cappuccino senza lattosio, ma poniamo attenzione agli abbinamenti!
Quindi la mozzarella abbiniamola a del pomodoro, olio extravergine di oliva e pane integrale, e un cappuccino con del pane di segale e crema di arachidi preferibilmente homemade. 

Oppure, per una volta godiamoci una buona pizza napoletana e utilizziamo gli integratori più adatti a noi (consultando sempre un medico, un farmacista o un professionista per dosaggi e modi di utilizzo).

Per saperne ancora di più e rimanere sempre aggiornato, visita il sito: http://www.associazioneaili.it

Invece, se desideri preparare qualche alimento senza lattosio, guarda le mie ricette! vegane! Dolci Vegani